Immortalata da Marcello Mastroianni e Anita Ekberg nel film di Fellini La dolce vita, la fontana di Trevi, insieme al Colosseo e alla Basilica di San Pietro è tra le attrazioni principali di Roma e tappa imprescindibile del tuo itinerario nella capitale.
Se hai in programma di visitare Roma in 3 giorni, se hai a disposizione un solo weekend, o invece la tua vacanza sarà più lunga, non puoi andare via senza averla vista e aver gettato la tua monetina nell’acqua per poter ritornare!
A partire dal 23 dicembre 2024, dopo il restauro affettuato in vista del Giubileo, per preservare questo incredibile monumento, è stato introdotto il numero massimo di 400 visitatori.
Puoi accedere direttamente a partire dalla gradinata che porta alla vasca. Per uscire invece, devi passare dal varco che si trova dal lato di via dei Crociferi.
Sia all’ingresso che all’uscita troverai del personale dell’accoglienza e della sicurezza che regola il numero degli ingressi.
La visita alla fontana inizia tutti i giorni dalle 9.00, eccetto il lunedì e il venerdì quando invece si entra a partire dalle 11.00. Prima infatti vengono raccolte le monetine lanciate dai turisti.
L’ultimo ingresso a numero chiuso è alle 20.30. Dalle 21.00 è visitabile liberamente.
Non è più concesso sedersi sul bordo della fontana, ma è possibile farlo sulle scalinate, così da poter ammirare la fontana in tutto il suo splendore, come fosse un piccolo teatro.
Struttura della Fontana di Trevi
Questo indiscusso simbolo di Roma è un complesso scultoreo molto grande, tanto da occupare quasi l’intera piazza.
Venne iniziata da Nicola Salvi nel 1732 e completato nel 1762 da Giuseppe Pannini.
Realizzata con travertino, marmo, intonaco, stucco e metalli, rappresenta Oceano su un carro trainato da due cavalli (uno selvaggio e l’altro docile, ad indicare i diversi umori del mare) a sua volta guidati da tritoni.
La fontana, oggi come quando è stata costruita è alimentata da uno dei più antichi acquedotti di Roma, l’acquedotto dell’Acqua Virgo (Acqua Vergine), realizzato dal 19 al 22 a.C. da Agrippa. Il nome Trevi deriva dal fatto che in questo punto convergevano tre vie.
Sul lato orientale del monumento c’è un grande vaso in pietra chiamato “asso di coppe” perchè richiama la carta da gioco. Si narra che durante i lavori di costruzione, un barbiere, che possedeva la sua bottega sulla piazza, continuasse a criticare il progetto di Salvi. Questi allora aggiunse il vaso così da impedire al barbiere di vedere i lavori e di continuare a fare le sue critiche fastidiose.
Gli hotel in questa zona
Da quando venne completato l’acquedotto in questo sito c’è sempre stata una fontana.
Nel 1453 papa Nicolò V incaricò Leon Battista Alberti di ripristinare la via dell’acqua. Nel 1629 Urbano VIII commissionò al Bernini il progetto di una nuova fontana, che però non venne mai realizzata.
Nel 1730 papa Clemente XII indisse un concorso per scegliere i migliori progetti architettonici. Vinse il concorso il progetto di Salvi e due anni dopo cominciarono i lavori.
Negli ultimi anni la fontana è stata restaurata due volte. Il primo restauro risale al 2015. Costato 2,2 milioni di euro é stato finanziatio dalla casa di moda Fendi ed ha riportato la fontana al suo antico splendore.
Il secondo e ultimo intervento è stato effettuato nel 2024. Durato 3 mesi ha previsto il costo di 327mila euro provenienti dal programma PNRR-Caput Mundi. Questo progetto é stato finanziato con 500 milioni di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Lo scopo è quello di recuperare e valorizzare il patrimonio culturale di Roma e del Lazio in occasione del Giubileo.
Tradizioni della Fontana di Trevi
La tradizione più nota è quella del lancio della monetina dentro la fontana: compiendo questo atto a occhi chiusi, voltando le spalle verso palazzo Poli, ci si propizierebbe un futuro ritorno nella città.
Non si conoscono bene le origini di questa tradizione. Forse potrebbe derivare dall’antica usanza di gettare nelle fonti sacre oboli o piccoli doni per propiziarsi la divinità locali, come per i pozzi dei desideri.
Non c’è turista che non conosca questa tradizione e che non compia questo rito.
Il Comune di Roma ha stabilito nel 2006 che tutte le monetine recuperate siano destinate alla Caritas di Roma. Sono infatti circa 3.000 gli euro che ogni giorno vengono pescati dalla fontana. Tutti coloro che se ne appropriano sono perseguiti penalmente.
Secondo un’altra tradizione, quando dalla fontana si attingeva ancora acqua da bere (e l’acqua di Trevi, che oggi si usa solo per irrigazione e per alimentare le fontane, era considerata tra le migliori di Roma, per non essere calcarea) le ragazze ne facevano bere un bicchiere al fidanzato che partiva, bicchiere che poi frantumavano in segno e augurio di fedeltà.
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Notizie sull'autore
Silvia è content creator dal 2010 ed esperta d'informazione turistica per città d'arte italiane. Laureata in Lettere Classiche, è appassionata della storia, della cultura e delle curiosità delle città del Bel Paese, nonché conoscitrice di tutti i trucchi per una perfetta vacanza in Italia.