Il numero delle cose da vedere ai Musei Vaticani è da capogiro: 20.000 opere d’arte. E questa è solo la cifra di quelle che sono esposte, perchè altrimenti sarebbe 70.000. Si dice infatti che per visitare tutto il complesso museale ci vorrebbero più di 12 anni!
Che dire, c’è sicuramente l’imbarazzo della scelta, sia che li visitiate per la prima volta, sia che decidiate di farli diventare la vostra meta preferita tutte le altre volte che verrete a visitare Roma.
Se fate parte di quel gruppo di persone che non ha ancora provato l’esperienza di rimanere rapito davanti ai capolavori dei Musei Vaticani, vi sarà d’aiuto la nostra piccola lista delle 5 opere d’arte che non dovete perdervi assolutamente.
Vi suggeriamo di acquistare i biglietti online, per saltare le lunghe code all’ingresso e cominciare subito la visita.
5 Cose da vedere ai Musei Vaticani
1. Il gruppo del Laocoonte
Si trova nel Cortile Ottagono e rappresenta Laocoonte, sacerdote Troiano di Apollo, che aveva tentato di impedire l’ingresso del cavallo di legno dentro le mura della città. In questo modo il sacerdote avrebbe cambiato la storia e il fato e perciò venne condannato dalla dea Athena a morire con i due figli Antifane e Timbreo, sotto le spire dei due serpenti marini Porcete e Caribea.
Ritrovato nel 1506 tra le rovine delle Terme di Tito a Roma, questo eccezionale capolavoro impressionò gli artisti rinascimentali, in particolare Michelangelo, che lo definì «un portento d’arte». L’opera influenzò tantissimo l’arte rinascimentale italiana e quella barocca un secolo più tardi.
Plinio il Vecchio, potè ammirarlo nella casa dell’imperatore Tito e lo descrisse come il capolavoro di tre scultori della scuola di Rodi, Agesandro, Polidoro e Atanodoro.
Proprio per questo a lungo venne considerato un originale ellenistico. Oggi si propende a pensare che sia un’eccellente copia romana di epoca tiberiana (42-37 a.c.) di un originale bronzeo del II secolo a.c.
Questo trova conferma anche nel fatto che la statua si compone di più parti distinte, mentre Plinio la descrive come realizzata da un unico blocco di marmo.
Dopo il ritrovamento venne acquistato da papa Giulio II che lo fece esporre nel Cortile delle Statue all’interno del Giardino del Belvedere, ideato per accogliere la collezione di scultura antica del papa. Fu così che nacquero i Musei Vaticani. Insieme all’Apollo del Belvedere, fu per sempre uno dei pezzi più importanti della collezione.
Il gruppo statuario raffigura Laocoonte e i suoi due figli mentre cercano invano di liberarsi dalle spire dei due serpenti per non esserne stritolati. A chi la guarda trasmette un grande pathos. I lineamenti del suo volto sono stravolti, il suo corpo muscoloso è in tensione. Si contrappone alla debolezza e alla fragilità dei suoi figli che chiedono impotenti aiuto. Tutto suscita empatia e commozione.
Sicuramente tra le cose da vedere ai Musei Vaticani.
2. L’Apollo del Belvedere
Si trova anch’esso nel Cortile Ottagono. Faceva parte della collezione che Giulio II possedeva quando era ancora cardinale e che ospitava nel suo palazzo a Santi Apostoli.
L’opera, datata entro la metà del II secolo a.c. è una copia romana marmorea di eccellente fattura (l’autore è sconosciuto) di un bronzo originale dello scultore Leocare. Quest’ultimo era uno degli artisti che lavorarono al mausoleo di Alicarnasso e che la realizzò tra il 330 e il 320 ac.
Il Winckelman lo considerava “il più alto ideale dell’arte tra le opere che si sono conservate fino a noi”.
La scultura raffigura Apollo, dio del sole, armato di arco, dal quale ha appena aver scoccato una freccia per uccidere il serpente Pitone, la divinità che custodiva l’oracolo di Delfi, di cui il dio voleva impossessarsi. E’ ancora giovane, ma è già un uomo adulto, come dimostra il suo volto impassibile. Rappresenta un’immagine ideale di bellezza e giovinezza eterna. Realizzato con dimensioni poco più grandi del reale, l’Apollo del Belvedere è in posa dinamica, come se stesse camminando. Il peso poggia sulla gamba destra sostenuta dal tronco di un albero sul quale si arrampica un serpente. La gamba sinistra invece rimane indietro, leggermente flessa. E’ rappresentato con il corpo nudo e indossa dei sandali e un mantello, chiuso sulla spalla destra e appoggiato sul braccio sinistro e in parte sul dorso.
La statua che possiamo ammirare oggi non è tutta originale. Giovanni Angelo da Montorsoli, scultore e collaboratore di Michelangelo, la restaurò nel 1532 aggiungendo gli avambracci e le mani che in realtà mancavano. Il restauro venne rimosso nel 1924 per poi essere ripristinato nel 1999.
3. La scuola di Atene
Si trova sulla parete ovest della stanza della Signatura, una delle quattro stanze all’interno dei Palazzi Apostolici e vuole celebrare la ricerca razionale, la facoltà dell’anima di conoscere il vero attraverso la filosofia e la scienza.
Sullo sfondo di una grandiosa architettura rinascimentale ispirata al progetto di Bramante pensato per il rinnovamento della basilica paleocristiana di San Pietro, sono rappresentati, al centro, Platone e Aristotele. Il primo con le sembianze di Leonardo, punta il dito al cielo alludendo al mondo delle idee, il secondo, volgendo il palmo della mano verso terra, indica, al contrario, il principio razionalista della sua filosofia.
Entrambi sono attorniati da una schiera di filosofi, rappresentati con le sembianze di personaggi del tempo. In primo piano Eraclito (Michelangelo), Euclide (Bramante) che disegna sulla lavagna una figura geometrica, Diogene quasi sdraiato sulle gradinate, Tolomeo e Zoroastro con in mano rispettivamente il globo e la sfera celeste. Nell’opera si può ammirare anche l’autoritratto di Raffaello, il secondo personaggio a destra con il berretto verde.
4. Il Giudizio Universale
lo potete ammirare sulla parete di fondo della Cappella Sistina. Venne dipinto 30 anni dopo gli affreschi della volta. Il progetto, commissionato da Clemente VII e incoraggiato dal successore Paolo II, scatenò molte polemiche sin dall’inizio. Prima perchè l’artista distrusse due affreschi del Perugino per preparare il muro. Poi quando il dipinto fu svelato, perchè la massa turbinante di 391 corpi nudi fece gridare allo scandalo. La reazione infatti fu tale che le autorità ecclesiastiche ordinarono che si coprissero le nudità.
Al centro del dipinto c’è il Cristo con attorno, in una specie di vortice, le anime dei defunti uscite dalle tombe per affrontare il giudizio divino. I salvati salgono in cielo, mentre i dannati vengono scaraventati all’Inferno tra i demoni. A fare da corona a Gesù alcuni personaggi dell’Antico Testamento: apostoli, profeti, eroine, sibille e patriarchi. Inoltre compaiono santi, martiri e vergini. Egli, rappresentato seminudo, come un eroe classico, nell’atto di avanzare, ha lo sguardo rivolto verso destra.
Con la mano destra alzata chiama a sé i beati mentre con la mano sinistra destina i dannati alla profondità dell’Inferno. In posizione di poco inferiore a Gesù si trova la Madonna e volge lo sguardo a sinistra con espressione sofferta ma composta.
Nelle lunette sono rappresentai i simboli del martirio.
5. La Deposizione del Cristo di Caravaggio
Ultima opera della nostra lista delle cose da vedere ai Musei Vaticani, si trova nella Pinacoteca Vaticana e rappresenta uno dei lavori più importanti della produzione di Caravaggio.
Dipinto su commissione di Girolamo Vittrice il quadro venne posto nella chiesa di Santa Maria in Vallicella a Roma. Rimase lì fino al 1789 quando venne fatto portare a Parigi da Napoleone. Nel 1816 venne restituito ed entrò a far parte della pinacoteca di Pio VII e perciò nell’odierna pinacoteca vaticana.
L’ opera incontrò sin da subito il favore di tutti, che non poterono fare altro che ammirarne la composizione e l’incredibile tecnica pittorica.
il corpo di Cristo è sostenuto da San Giovanni e Nicodemo. Alle sue spalle, in uno schema piramidale, si trovano Maria, la Maddalena e una donna con le braccia alzate.
Il gruppo di figure è maestoso, quasi scultoreo e il movimento della scena sembra rallentato, quasi teatrale.
E’ costruito su una linea curva diagonale che unisce l’angolo inferiore sinistro a quello superiore destro. Si crea così un andamento che scorre sulle figure sia in senso discensionale che ascensionale. In questo modo in chi osserva la scena si crea una tensione dinamica. Lo sguardo accompagna la deposizione verso il basso, ma allo stesso tempo rimbalza in senso opposto, finendo sul volto della donna che ha le mani tese verso l’alto.
Il nostro elenco delle cose da vedere ai Musei vaticani finisce qui, ma rappresenta solo una parte infinitesimale degli incredibili tesori che potrete ammirare durante la vostra visita.
Mettete in conto di dedicarci due o tre ore. Se una volta usciti non siete troppo stanchi, potete pensare di andare a godervi le attrazioni che si trovano nelle vicinanze, come la Basilica di San Pietro o Castel Sant’Angelo.
Leggi anche
Musei Vaticani. Biglietti online – Tutte le offerte
Visitare Roma in 2 giorni
Cosa vedere a Roma. Le 10 attrazioni da non perdere
Notizie sull'autore
Silvia è content creator dal 2010 ed esperta d'informazione turistica per città d'arte italiane. Laureata in Lettere Classiche, è appassionata della storia, della cultura e delle curiosità delle città del Bel Paese, nonché conoscitrice di tutti i trucchi per una perfetta vacanza in Italia.